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Violenza Domestica a Perugia: L’Ennesima Storia che Spezza il Cuore

Un’altra notte, un’altra chiamata al 112. E purtroppo, un’altra storia di violenza domestica che ci lascia l’amaro in bocca. Stavolta è successo a Perugia, dove una donna ha rischiato davvero grosso per mano del suo compagno.

Quando la Casa Diventa un Campo di Battaglia

Immaginate la scena: una famiglia con tre bambini piccoli, una discussione che degenera e poi… l’inferno. Il compagno, un ragazzo nigeriano del ’96 già noto alle forze dell’ordine, ha completamente perso la testa. Non si è fermato nemmeno davanti ai suoi figli.

Prima le ha dato pugni in faccia, poi – e qui viene da rabbrividire – ha cercato di strangolarla con il cavo del caricabatterie. Roba da film dell’orrore, ma purtroppo realtà. Quando questo non è bastato, ci ha provato a mani nude, stringendole il collo come se niente fosse.

I Vicini di Casa: Gli Angeli della Porta Accanto

Per fortuna, e dico per fortuna davvero, i vicini hanno sentito le grida di aiuto della donna. Gente che non si è fatta i fatti propri, ma ha capito che c’era qualcosa di grave e ha chiamato subito la polizia. Chissà come sarebbe andata a finire senza di loro.

L’Intervento della Polizia: Tempestivo e Decisivo

Gli agenti della Squadra Volante di Perugia sono arrivati in tempo per evitare il peggio. Quello che hanno trovato non era bello da vedere: la donna aveva la faccia tumefatta e i segni delle mani sul collo. Segni che raccontano una storia di violenza che non dovrebbe mai esistere.

Immediata la corsa in ospedale, al Santa Maria della Misericordia, dove i medici le hanno diagnosticato lesioni guaribili in 15 giorni. Poteva andare molto, molto peggio.

La Giustizia Non Aspetta

Il tipo, nel frattempo, è finito dritto in questura e poi al carcere di Capanne. Le accuse sono pesanti: tentato omicidio aggravato, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Roba seria, insomma. Il pubblico ministero non ha perso tempo e ha disposto subito l’arresto.

Una Riflessione Amara ma Necessaria

Quello che mi colpisce sempre di più in queste storie è la presenza dei bambini. Tre piccoli che hanno assistito a una scena che si porteranno dietro per sempre. È questo il prezzo più alto da pagare: l’innocenza perduta di chi non ha colpe.

E poi c’è lei, la vittima, che ha trovato il coraggio di chiedere aiuto. Non è scontato, credetemi. Tante volte la paura e la vergogna tengono le donne intrappolate in situazioni simili.

La violenza domestica è un cancro che non fa distinzioni di età, classe sociale o nazionalità. L’importante è non restare mai in silenzio e chiamare subito aiuto quando serve.

Fonte: Questura di Perugia

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