Reggio Calabria: Maxi-Confisca da 140 Milioni, Colpo Mortale alla ‘Ndrangheta dei Carburanti

Ma quanto sono furbi questi della ‘ndrangheta! O almeno, così credevano. Perché stamattina si sono svegliati un po’ più poveri: la Guardia di Finanza gli ha portato via tutto, ma proprio tutto. Parliamo di una confisca da capogiro: oltre 140 milioni di euro in beni che facevano capo a cinque imprenditori calabresi che avevano trovato il modo di far sposare affari e crimine.
Il Sistema che Sembrava Perfetto
L’operazione “Andrea Doria” – nome che già dice tutto – ha smantellato un meccanismo diabolico nel settore dei carburanti. Questi “geni” avevano messo in piedi un sistema di società fantasma che facevano girare il petrolio come in un gioco delle tre carte, ma invece di nascondere la pallina nascondevano le tasse.
Il trucco era geniale, bisogna ammetterlo: creavano false triangolazioni societarie per non pagare IVA e accise, usavano dichiarazioni di intento fasulle per comprare senza imposte. Praticamente avevano trasformato il commercio dei carburanti in una lavatrice per soldi sporchi.
Dal Deposito al Distributore, Tutto Controllato
La cosa che fa rabbia è che controllavano l’intera filiera. Dal deposito fiscale fino al benzinaio sotto casa, tutto passava dalle loro mani. Imprese “cartiera”, depositi commerciali, broker locali: una catena di sant’Antonio dove l’unico santo era il profitto illegale.
E non erano dei semplici evasori fiscali, eh! Le indagini hanno fatto emergere che alcuni di questi imprenditori erano legati a cosche della Piana di Gioia Tauro e della Locride. Praticamente riciclavano i soldi della ‘ndrangheta attraverso le loro aziende, facendo sembrare tutto pulito e legale.
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Il Bottino da Far Girare la Testa
Quando i finanzieri hanno fatto i conti, gli è venuto il mal di testa: 28 imprese (tre delle quali in Germania), 79 immobili sparsi tra Calabria, Lazio e Piemonte, 85 tra camion e auto, 4 orologi di lusso che probabilmente costavano quanto un appartamento, e circa un milione di euro in contanti.
Il bello è che il patrimonio era completamente sproporzionato rispetto ai loro redditi dichiarati. Come dire: “Guadagno 30mila euro l’anno ma ho ville da 10 milioni”. Mah, che strani questi calabresi!
Giustizia è Fatta
Il Tribunale di Reggio Calabria non ci ha pensato due volte: confisca totale. Tutto sigillato, tutto sequestrato. Dalle società ai terreni, dalle auto agli orologi, perfino i conti all’estero. Un colpo che fa male, molto male, alle casse della ‘ndrangheta.
Questa operazione dimostra che quando lo Stato fa sul serio, la criminalità organizzata trema. E meno male, aggiungo io!