Prof in cattedra… e in azienda: indagato docente per truffa da 1,3 milioni

Un professore di elettrotecnica in un istituto della Val di Cecina (provincia di Pisa) è finito sotto i riflettori della Guardia di Finanza per una vicenda piuttosto pesante: si parla di una truffa ai danni dello Stato e un presunto danno erariale di oltre 1,3 milioni di euro. Non proprio bruscolini, insomma.
L’indagine, portata avanti dai militari del Comando Provinciale di Pisa insieme al Nucleo Speciale Anticorruzione, ha fatto emergere una situazione piuttosto chiara: il professore, mentre risultava regolarmente in servizio (e in alcuni casi pure in congedo parentale!), gestiva attività imprenditoriali in ben 12 società. E come se non bastasse, lavorava anche come ingegnere libero professionista, con tanto di Partita IVA, senza aver mai chiesto le autorizzazioni necessarie.
Ora, è importante precisare che un pubblico dipendente non può, per legge, ricoprire cariche in società private né svolgere attività lavorative retribuite senza permesso dell’amministrazione di appartenenza. E qui arriva il bello (o il brutto, dipende da che parte la si guarda): mentre era in congedo – ufficialmente per motivi familiari – il docente si spostava in Arabia Saudita, Tunisia, Francia, Germania e persino negli Emirati Arabi per lavoro. Sì, proprio così: viaggio lavoro pagato… ma con lo stipendio pubblico.
Le Fiamme Gialle, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Pisa, hanno raccolto documenti, testimonianze e informazioni. E non solo: uno degli enti coinvolti ha ricevuto una multa da oltre 90.000 euro per aver affidato un incarico da quasi 46.000 euro al professore senza che ci fosse alcuna autorizzazione formale.
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Naturalmente, siamo ancora nella fase preliminare delle indagini e, come sempre, la presunzione di innocenza vale fino a sentenza definitiva. Però il quadro che emerge è piuttosto chiaro e, francamente, lascia l’amaro in bocca. Come si può parlare di tutela della spesa pubblica, se poi qualcuno la usa come se fosse il suo bancomat?
Questo caso è stato segnalato all’Ispettorato per la Funzione Pubblica, che valuterà cosa fare. Intanto, grazie al Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Istruzione e la Guardia di Finanza, è stato possibile scoperchiare un’altra pentola bollente sulla mala gestione della cosa pubblica.
Chi ha bisogno di chiarimenti sui propri diritti e doveri come dipendente pubblico può visitare il sito ufficiale della Funzione Pubblica o, per questioni previdenziali, fare un salto su INPS.