Napoli: smantellata rete criminale che prometteva finti finanziamenti agevolati a imprenditori in tutta Italia

Una maxi operazione della Guardia di Finanza smaschera un’organizzazione truffaldina ben strutturata. Nelle prime ore del 4 giugno 2025, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli ha eseguito una complessa operazione che ha portato all’arresto di sei soggetti, ritenuti responsabili di una rete criminale dedita a truffe su scala nazionale e internazionale.
L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, ha previsto l’esecuzione di misure cautelari personali – tre in carcere e tre ai domiciliari – oltre al sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo superiore a 1 milione di euro.
Un sistema ben rodato di frodi finanziarie
Le indagini, durate circa due anni, hanno fatto emergere una struttura organizzata e persistente, con base tra la Campania e il basso Lazio, ma attiva in tutta Italia e con ramificazioni estere. Il meccanismo ruotava intorno alla promessa di finanziamenti agevolati milionari, supportati da false polizze fideiussorie apparentemente rilasciate da una società irlandese accreditata presso istituzioni europee.
Le vittime, prevalentemente imprenditori italiani, venivano raggirati attraverso tecniche sofisticate: comunicazioni via email e telefono, presentazione di documentazione con loghi della Commissione Europea, siti internet falsi e persino videochiamate in cui gli autori utilizzavano parrucche e strumenti per camuffare la voce, così da celare la propria identità.
Il caso che ha fatto partire le indagini
L’inchiesta ha preso avvio grazie alla denuncia dell’amministratore di una società di radiodiagnostica di Frattamaggiore, che aveva versato oltre 450 mila euro per ottenere un presunto finanziamento di 36,9 milioni di euro. In realtà, si trattava di un inganno architettato per sottrarre denaro con la scusa di anticipi per garanzie finanziarie.
Conti esteri e corrieri per rientrare il denaro
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I pagamenti finivano su conti esteri intestati a società irlandesi o lituane, per poi rientrare in Italia tramite bonifici o prelievi in contanti, affidati a corrieri appositamente incaricati. Alcuni di questi soggetti trattenevano una percentuale come compenso. Il denaro così ottenuto veniva reinvestito o trasferito all’interno della rete criminale, generando un ciclo continuo di truffe e autoriciclaggio.
Organizzazione e mezzi illeciti per ostacolare le indagini
Dalle intercettazioni telefoniche e informatiche è emerso che l’organizzazione cercava di influenzare pubblici funzionari per ottenere informazioni riservate e deviare l’azione investigativa. In alcuni casi, si sospetta anche la corruzione di funzionari giudiziari per tentare di “pilotare” l’esito delle indagini.
Nel corso dell’operazione, la Guardia di Finanza ha sequestrato numerosi beni di lusso, tra cui orologi di pregio dal valore complessivo superiore ai 60 mila euro, e ha documentato il passaggio da una società irlandese a una società bulgara di facciata, usata per continuare le attività criminali dopo i primi sequestri.
Conclusioni e impatto sull’opinione pubblica
I sei soggetti destinatari delle misure cautelari – che, si ricorda, sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva – sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, esercizio abusivo di attività finanziaria, truffa aggravata e autoriciclaggio. Il lavoro congiunto della Procura e della Guardia di Finanza conferma l’impegno delle istituzioni nella tutela dell’economia legale e dei cittadini.