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Maggio 29, 2025

Mantova: uomo arrestato dopo aver violato il divieto di avvicinamento alla ex compagna

Un uomo di 56 anni è stato nuovamente arrestato a Mantova per aver infranto le misure restrittive che gli erano state imposte a tutela della sua ex compagna. L’episodio, accaduto nella notte tra il 28 e il 29 maggio 2025, rappresenta l’ennesimo caso di violenza domestica in violazione di un ordine del giudice, riaccendendo l’attenzione sul tema della recidiva nei reati di maltrattamento familiare.


Misure cautelari ignorate: si ripresenta a casa della ex

Il 56enne, già noto alle forze dell’ordine per precedenti episodi simili, era stato sottoposto a una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Verona nell’agosto del 2024. Il provvedimento includeva l’allontanamento dalla casa familiare e il divieto assoluto di avvicinamento alla vittima, a seguito di reiterati episodi di maltrattamenti e percosse.

Nonostante questo, l’uomo ha nuovamente trasgredito le restrizioni. La centrale operativa dei Carabinieri di Mantova è stata allertata grazie al braccialetto elettronico che l’uomo indossava, il quale ha segnalato la sua presenza nell’abitazione della donna.


Scoperto in casa, nascosto dalla vittima

Quando i militari dell’Arma sono giunti presso l’abitazione della ex compagna, hanno trovato l’uomo nascosto all’interno dell’appartamento, in evidente violazione del provvedimento giudiziario. Il suo comportamento non solo rappresenta un oltraggio alla giustizia, ma anche un concreto pericolo per l’incolumità della donna, già vittima di violenze in passato.

Questa non è la prima volta che il 56enne viene arrestato per lo stesso motivo: solo il 9 maggio scorso, infatti, era stato fermato per identico reato, dimostrando così una chiara tendenza alla recidiva.


Arrestato e condotto in caserma in attesa del rito direttissimo

Al termine dell’intervento, l’uomo è stato condotto in caserma a Mantova, dove è stato trattenuto in attesa della convalida dell’arresto da parte dell’autorità giudiziaria. Il rito direttissimo è previsto per la mattinata del 30 maggio, e potrebbe condurre a nuove e più stringenti misure cautelari o, nei casi più gravi, alla custodia in carcere.

Il caso riaccende il dibattito pubblico sulla protezione delle vittime di violenza domestica e sull’efficacia delle misure cautelari in casi di persistente pericolosità sociale. I Carabinieri, da parte loro, ribadiscono l’importanza del braccialetto elettronico come strumento di prevenzione, ma sottolineano anche che l’efficacia dipende dalla prontezza dell’intervento.


Un problema di sistema: la necessità di prevenzione e supporto

Episodi come questo mettono in luce le difficoltà delle istituzioni nel gestire casi di violenza recidiva. Le vittime, spesso già provate psicologicamente, vivono nella costante paura che i provvedimenti emessi possano non bastare a tutelarle.

Occorre dunque una maggiore sinergia tra magistratura, forze dell’ordine e servizi sociali, per garantire protezione continua e attiva alle persone esposte a rischi di aggressione. Il ruolo delle denunce, delle segnalazioni e degli strumenti elettronici di controllo resta cruciale, ma da solo non basta: serve anche un supporto psicologico e giuridico concreto.


Fonte:
ADNKRONOS via Carabinieri.it – 29 maggio 2025