Caccia alla Mafia: Arrestato in Francia un Latitante del Clan Cappello Sfuggito al Maxi-Blitz in Sicilia

È finita in Alta Savoia, tra le montagne della Francia sud-orientale, la fuga di un uomo che per mesi aveva eluso la giustizia italiana. Un 46enne originario del Catanese, considerato pedina centrale del clan Cappello, è stato arrestato grazie a un’operazione di respiro europeo coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina. Una storia che attraversa confini, nascondigli e alleanze criminali, ma che si conclude con l’inevitabile ritorno alla legalità.
La trama si sviluppa a partire da un’indagine intensa, che ha già portato all’arresto di 24 persone coinvolte a vario titolo in un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, estorsione, rapina e altri crimini gravi, tutti aggravati dal metodo mafioso. Dietro le quinte, l’ombra del clan Cappello, organizzazione criminale catanese che estendeva la sua influenza lungo la costa ionica della provincia di Messina. Un territorio silenziosamente controllato, dove l’illegalità si muoveva sotto traccia tra intimidazioni e controllo del mercato degli stupefacenti.
Il 46enne, che secondo gli investigatori ricopriva un ruolo strategico, era sfuggito all’ordinanza di custodia cautelare emessa a marzo 2025 dal Gip del Tribunale di Messina. Mentre i Carabinieri del Comando Provinciale eseguivano il maxi-blitz, l’uomo si trovava già all’estero. Localizzato inizialmente in Svizzera, è poi scomparso, facendo perdere le sue tracce oltre confine. Ma l’eco delle sue azioni lo ha seguito.
Grazie a una perfetta sinergia tra forze dell’ordine italiane, svizzere e francesi – con un mandato d’arresto europeo attivato dai Carabinieri della Compagnia di Taormina – è stato possibile rintracciarlo ad Annemasse, cittadina francese ai confini con la Svizzera. Qui, la Gendarmeria Nazionale Francese lo ha fermato, chiudendo una fuga durata mesi. Il merito va anche alla cooperazione internazionale di polizia, che ha dimostrato ancora una volta come i confini fisici non possano più proteggere chi tenta di sottrarsi alla giustizia.
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L’arresto in terra straniera non è solo un episodio giudiziario. È una dichiarazione chiara: lo Stato non dimentica, non si arrende e non rinuncia a colpire chi mina la sicurezza dei cittadini, ovunque si trovi. Il ritorno in Italia del 46enne sarà il prossimo passo: le procedure per la sua consegna alle autorità italiane sono già in corso.
Questo arresto rappresenta un nuovo colpo assestato alla rete mafiosa che, con radici storiche a Catania, aveva allungato i suoi tentacoli fino alle coste messinesi. È la conferma che anche le realtà più insidiose possono essere spezzate quando la giustizia non si ferma ai confini nazionali.
Un uomo, una rete criminale e un continente attraversato nel tentativo disperato di sfuggire alla legge. Ma la giustizia, come sempre, ha saputo aspettare e colpire con precisione.