Bar di Via Malone Chiuso: Quando il Locale Diventa Ritrovo di “Cattive Compagnie”

Eccoci qui con un’altra storia che fa riflettere. Stavolta parliamo di un bar in via Malone, a Torino, che ha dovuto abbassare le serrande per cinque giorni. Il motivo? Era diventato il punto d’incontro preferito di gente con precedenti penali. E quando dico “gente con precedenti”, non parlo di multe per divieto di sosta.
Un Controllo che Dice Tutto
Venerdì scorso gli agenti del Commissariato Barriera Milano hanno fatto una delle loro solite “visite di cortesia” al locale. Risultato? La maggior parte dei clienti presenti aveva un bel curriculum criminale alle spalle. Non proprio il tipo di clientela che un commerciante dovrebbe augurarsi, se mi passate l’espressione.
Ma la cosa preoccupante è che non si trattava di un episodio isolato. Da ottobre 2024 a maggio 2025, praticamente ogni volta che la Polizia faceva un controllo, la storia si ripeteva. Sempre le stesse facce, sempre gli stessi precedenti.
Quando le Cose si Fanno Serie
E poi c’è stato quell’episodio che ha fatto suonare tutti i campanelli d’allarme. Durante uno dei controlli, gli agenti hanno trovato oltre 300 grammi di khat e 30 grammi di marijuana. Abbandonati lì, a carico di ignoti, come si dice in gergo.
Ora, il khat magari non tutti lo conoscono, ma è una droga naturale che viene masticata e che è molto diffusa in certe comunità. Trovarla in quelle quantità non è proprio come trovare una canna dimenticata sul tavolo.
Il Problema della “Zona Grigia”
Qui bisogna essere chiari: non è che il barista fosse necessariamente coinvolto in attività illegali. Il problema è che il suo locale era diventato una specie di “zona franca” per gente che evidentemente non aveva molto rispetto per la legge.
Ti potrebbero interessare
E questo, dal punto di vista delle autorità, è un bel problema. Perché quando un esercizio commerciale attira sistematicamente persone con precedenti, prima o poi diventa un centro di attività poco pulite. È un po’ come lasciare la porta aperta: prima o poi qualcuno ne approfitta.
Le Conseguenze (Inevitabili)
La Questura di Torino ha applicato l’articolo 100 del TULPS, che in parole povere significa: “Caro barista, hai cinque giorni per riflettere su che tipo di clientela vuoi nel tuo locale”. La sospensione della licenza è scattata il 23 giugno, e fidatevi che cinque giorni di chiusura forzata non sono uno scherzo per i conti di un esercizio.
La Morale della Storia
Gestire un bar non significa solo servire caffè e aperitivi. Significa anche essere responsabili dell’ambiente che si crea nel proprio locale. Perché se diventa il ritrovo abituale di persone con precedenti, prima o poi le autorità intervengono.
E alla fine, il danno economico della chiusura è sempre maggiore di quello che si potrebbe subire “perdendo” qualche cliente problematico. Meglio un bar vuoto che un bar chiuso, no?
Fonte: Questure Polizia di Stato – Torino