
Assegno di maternità dei Comuni: cos’è, chi ne ha diritto e come richiederlo
Tra le numerose misure di sostegno al reddito attive in Italia, l’assegno di maternità di base, meglio conosciuto come assegno di maternità dei Comuni, è una delle più importanti per le mamme in situazioni economiche precarie. Questa misura, istituita dall’art. 74 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, rappresenta un aiuto concreto per le famiglie che accolgono un nuovo nato o un minore in affido o adozione.
In questa guida aggiornata al 2025, ti spiegheremo in modo semplice e completo chi può richiederlo, quali sono i requisiti, quanto spetta, e come fare domanda, con un linguaggio chiaro e una struttura pensata per essere facilmente trovata dai motori di ricerca e piacevole da leggere per ogni visitatore.
Che cos’è l’assegno di maternità dei Comuni
Si tratta di una prestazione assistenziale (non contributiva) riconosciuta a madri disoccupate o non coperte da altri trattamenti di maternità da parte di datori di lavoro o enti previdenziali. Non è quindi legata al fatto di essere lavoratrici, ma al reddito e alla situazione personale.
L’assegno viene concesso dal Comune di residenza ma pagato dall’INPS, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale. Ogni anno, l’importo e i limiti di reddito vengono aggiornati in base agli indici ISTAT.
Chi può richiederlo: requisiti personali
L’assegno è destinato a:
- Cittadine italiane
- Cittadine comunitarie (UE)
- Cittadine straniere non comunitarie, in possesso di un permesso di soggiorno valido per il beneficio
In caso di parto, adozione nazionale o internazionale, oppure affido preadottivo, la madre può richiedere l’assegno entro 6 mesi dalla nascita o dall’ingresso del minore nel nucleo familiare.
I requisiti economici: attenzione al reddito
Non tutti possono riceverlo: esiste un limite ISEE da rispettare. L’assegno spetta solo se il reddito familiare non supera una certa soglia, aggiornata ogni anno.
Inoltre:
- Non si deve già percepire un altro assegno di maternità erogato dall’INPS (quello previsto dalla legge n. 488/1999)
- In caso si percepisca un trattamento inferiore, è possibile richiedere la quota differenziale (cioè solo la differenza tra quanto si riceve e quanto spetterebbe con l’assegno comunale)
È quindi importante controllare la propria situazione previdenziale prima di fare domanda.
Quanto spetta: importo aggiornato ogni anno
L’importo dell’assegno di maternità varia di anno in anno. Nel 2025, l’importo complessivo massimo per cinque mensilità è pari a circa €1.917,30 (cioè €383,46 al mese), ma può cambiare in base ai dati ISTAT sui prezzi al consumo.
È importante sapere che:
- L’importo non è tassabile
- Non influisce sull’ISEE
- Viene erogato in un’unica soluzione dall’INPS dopo l’accettazione da parte del Comune
Come presentare la domanda
La domanda non va inviata all’INPS, ma deve essere presentata al proprio Comune di residenza, secondo modalità che possono variare da Comune a Comune (online, di persona o tramite CAF convenzionati).
Tempistiche importanti:
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- La domanda deve essere presentata entro sei mesi dalla nascita del figlio o dall’ingresso del minore in famiglia
- Se si superano i sei mesi, si perde il diritto all’assegno
Documenti necessari (a titolo indicativo, possono variare):
- Documento d’identità
- Permesso di soggiorno (se stranieri non comunitari)
- Stato di famiglia
- ISEE aggiornato
- Eventuale documentazione relativa all’adozione o all’affidamento
Tempistiche di risposta
Il Comune ha 30 giorni di tempo per valutare la domanda e comunicare l’esito. Dopo l’approvazione, l’INPS provvede al pagamento direttamente sul conto corrente indicato.
Assegno di maternità e lavoro: sono compatibili?
Una domanda frequente è: si può richiedere l’assegno se si lavora?
La risposta è: dipende. Se la lavoratrice ha diritto a un trattamento di maternità più alto di quello comunale, non può richiederlo. Se invece il trattamento previdenziale ricevuto è inferiore, può ricevere la differenza.
Un aiuto concreto per le mamme in difficoltà
L’assegno di maternità dei Comuni rappresenta un sostegno importante, soprattutto per:
- Madri single
- Famiglie numerose
- Giovani coppie con reddito basso
- Donne disoccupate o precarie
In un periodo storico in cui molte famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese, questo assegno può rappresentare un piccolo ma fondamentale supporto economico per affrontare le prime spese legate alla nascita o all’accoglienza di un minore.
Dove trovare informazioni dettagliate
Per conoscere i dettagli specifici relativi al proprio Comune, è sempre consigliabile:
- Consultare il sito web del proprio Comune di residenza
- Rivolgersi ai CAF o patronati
- Chiedere direttamente agli uffici comunali preposti
Ricorda: le regole generali sono nazionali, ma la gestione pratica è comunale, quindi ogni Comune potrebbe avere modulistica, procedure o tempistiche differenti.
Conclusioni
Se sei una mamma in attesa, hai appena partorito o stai accogliendo un bimbo in affido o adozione, non perdere l’occasione di richiedere questo contributo. Spesso si tratta di un’opportunità poco pubblicizzata ma estremamente utile per chi si trova in condizioni economiche fragili.
Verifica i tuoi requisiti, controlla l’ISEE, prepara i documenti e rivolgiti al tuo Comune. L’assegno di maternità dei Comuni potrebbe fare la differenza per te e per il tuo bambino.
Fonte; INPS
Avviso: Le informazioni fornite sono indicazioni generali. Per dettagli specifici o chiarimenti, si consiglia di rivolgersi agli uffici competenti o a un patronato.