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Come disdire il contratto per il gas senza stress: guida completa

Hai deciso di cambiare casa o di passare a un altro fornitore di gas più conveniente? In entrambi i casi dovrai disdire il contratto di fornitura gas con il tuo attuale gestore. Sebbene la procedura sia abbastanza semplice, è importante conoscere tutti i passaggi, i documenti necessari e i tempi per evitare costi aggiuntivi o interruzioni non desiderate.

In questo articolo ti spieghiamo come disdire il contratto del gas, in quali casi conviene farlo e quali sono le alternative (ad esempio il subentro o la voltura).


Quando bisogna disdire il contratto gas?

Disdire il contratto del gas è necessario in alcune situazioni specifiche:

  • Trasloco in una nuova abitazione dove il contatore verrà chiuso.
  • Cessazione definitiva dell’utenza (es. demolizione dell’immobile).
  • Morte dell’intestatario del contratto, con impossibilità di procedere con la voltura.
  • Cambio fornitore in casi particolari dove la disattivazione è richiesta dal cliente.

Ricorda: se stai solo cambiando fornitore senza chiudere il contatore, non devi disdire nulla. Sarà il nuovo gestore a occuparsi del passaggio.


Come disdire il contratto per il gas: procedura passo dopo passo

1. Contatta il fornitore

La prima cosa da fare è contattare il servizio clienti del tuo attuale fornitore, tramite uno dei seguenti canali:

  • Area clienti online
  • Numero verde
  • Email PEC (posta elettronica certificata)
  • Sportello fisico (se disponibile)

2. Compila il modulo di disdetta

Quasi tutti i fornitori mettono a disposizione un modulo per la disdetta del contratto, scaricabile dal sito ufficiale. In alternativa, puoi scrivere una comunicazione formale contenente:

  • Dati dell’intestatario (nome, cognome, codice fiscale)
  • Codice PDR (Punto di Riconsegna del gas, visibile in bolletta)
  • Indirizzo della fornitura
  • Data in cui si desidera la cessazione
  • Lettura del contatore (se richiesta)
  • Firma

3. Invia la richiesta

Una volta compilata, invia la richiesta di disdetta via:

  • PEC
  • Raccomandata A/R
  • Caricamento sul portale clienti del fornitore

Quanto tempo ci vuole per la disattivazione?

La tempistica può variare, ma in genere la chiusura del contatore avviene entro 5 giorni lavorativi dalla richiesta. In caso di ritardi, puoi anche avere diritto a un indennizzo automatico (fino a 105 euro) se il distributore non interviene nei tempi stabiliti dall’ARERA (Autorità per l’Energia).


Quanto costa disdire un contratto gas?

La disdetta del contratto gas non ha costi fissi, ma possono esserci:

  • Costi amministrativi: fissati dal distributore locale (di solito tra 30 e 50 euro)
  • Contributi per la disattivazione: se il contatore viene chiuso o sigillato
  • Addebiti di conguaglio finale: eventuali consumi non ancora fatturati

Verifica sempre sul contratto o nel sito del fornitore quali spese sono previste per la cessazione.


Attenzione alla differenza tra disdetta, voltura e subentro

Quando si parla di contratto gas, è facile confondersi tra le varie operazioni disponibili. Ecco la differenza:

  • Disdetta: chiusura definitiva del contratto e del contatore.
  • Voltura: cambio intestatario del contratto senza interruzione della fornitura.
  • Subentro: riattivazione del contatore dopo una precedente disdetta.

Scegli la procedura giusta in base alle tue esigenze. Se qualcuno prenderà la casa dopo di te, è meglio fare una voltura invece di una disdetta.

Conclusione

Disdire un contratto gas non è complicato, ma richiede attenzione ai dettagli e al rispetto delle tempistiche. Sapere come muoversi ti aiuterà a evitare costi extra, disguidi o ritardi. Se hai dubbi, contatta il fornitore o consulta il sito dell’ARERA per normative e diritti aggiornati.

Avviso: Le informazioni fornite sono indicazioni generali. Per dettagli specifici o chiarimenti, si consiglia di rivolgersi agli uffici competenti o a un patronato.