
Indennità di Mobilità Ordinaria: La Guida Completa per i Lavoratori in Cerca di Nuove Opportunità
La perdita del lavoro può rappresentare un momento difficile e carico di incertezze. Tuttavia, il sistema di protezione sociale italiano prevede strumenti importanti di sostegno economico e reinserimento professionale per coloro che si trovano in questa situazione. Uno dei principali aiuti previsti è l’indennità di mobilità ordinaria, una misura destinata ai lavoratori licenziati da aziende in crisi, volta non solo a garantire un supporto economico temporaneo, ma anche a favorire il loro ritorno nel mercato del lavoro.
In questa guida aggiornata e dettagliata, scoprirai cos’è l’indennità di mobilità, chi può beneficiarne, come funziona, quanto spetta, e quali sono le modalità per presentare domanda. Un contenuto completo pensato per rispondere a tutte le domande più frequenti e offrire un punto di riferimento chiaro e utile per chi si trova in un momento di transizione lavorativa.
Cos’è l’indennità di mobilità ordinaria?
L’indennità di mobilità ordinaria è un sussidio economico riconosciuto ai lavoratori dipendenti assunti a tempo indeterminato che vengono licenziati da aziende in crisi o in ristrutturazione. Si tratta di un sostegno temporaneo al reddito, erogato dall’INPS, che ha lo scopo di compensare la perdita dello stipendio e al tempo stesso accompagnare il lavoratore nel percorso di ricerca di una nuova occupazione.
Oltre al semplice aiuto economico, questo strumento si inserisce in un quadro più ampio di politiche attive per il lavoro, con l’obiettivo di favorire la ricollocazione professionale attraverso percorsi formativi, incentivi alle aziende per l’assunzione e percorsi di orientamento.
A chi è destinata?
Possono accedere all’indennità di mobilità ordinaria gli operai, impiegati e quadri assunti a tempo indeterminato e licenziati da imprese in crisi, che siano state poste in procedura di mobilità ai sensi della legge 223/1991. È importante sottolineare che l’indennità non spetta ai dirigenti, ai lavoratori autonomi o a chi era impiegato con contratti a tempo determinato o altre forme atipiche.
Tra i requisiti principali richiesti troviamo:
- Anzianità aziendale di almeno 12 mesi, di cui almeno 6 mesi di effettivo lavoro.
- Essere iscritti nelle liste di mobilità.
- Non aver già usufruito della durata massima del trattamento in precedenti occasioni.
Come funziona e quanto dura?
Il diritto all’indennità scatta a partire da:
- 8 giorni dopo il licenziamento, se la domanda viene presentata entro 7 giorni.
- 5 giorni dopo la domanda, se questa viene inoltrata successivamente ai primi 7 giorni dal licenziamento.
La durata dell’indennità varia a seconda della zona geografica e dell’età del lavoratore. Tuttavia, dal 2015, la legge n. 92/2012 ha introdotto una riduzione progressiva dei periodi di fruizione, ridimensionando le precedenti previsioni normative.
È importante sapere che la durata dell’indennità non può superare l’anzianità lavorativa maturata presso l’azienda di provenienza.
Quanto spetta?
L’indennità di mobilità è calcolata sulla base della retribuzione lorda mensile percepita nel periodo immediatamente precedente il licenziamento, includendo tredicesima e quattordicesima.
L’importo viene stabilito seguendo questo schema:
- Si calcola l’80% della retribuzione lorda di riferimento.
- Si applicano i massimali annuali fissati sulla base dell’indice ISTAT.
- Nei primi 12 mesi, l’importo viene erogato al 100%, con una riduzione del 5,84%.
- Dopo i 12 mesi, si continua a percepire l’80% dell’importo iniziale senza la riduzione.
L’importo viene versato tramite bonifico bancario o postale, INPS Card o altri strumenti elettronici dotati di IBAN. Non sono più ammessi pagamenti in contanti per cifre superiori ai 1.000 euro.
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Quando si perde il diritto?
La decadenza dal diritto all’indennità può avvenire per diversi motivi. I principali sono:
- Accettazione di un nuovo impiego a tempo pieno e indeterminato.
- Mancata comunicazione all’INPS di una rioccupazione a tempo determinato entro 5 giorni.
- Rifiuto di corsi di formazione professionale offerti dalla Regione.
- Rifiuto di offerte di lavoro adeguate alle proprie competenze con retribuzione almeno pari al 90% di quella precedente.
- Utilizzo dell’indennità in un’unica soluzione per avviare attività autonoma.
- Pensione diretta ottenuta nel frattempo.
- Superamento della durata massima prevista dalla legge.
In alcune situazioni specifiche, come la maternità o la paternità, il trattamento viene solo sospeso, senza però perdere il diritto alla parte residua.
Cosa succede in caso di rioccupazione?
Nel caso in cui il lavoratore venga riassunto a tempo determinato o part-time, l’indennità viene sospesa ma non si perde l’iscrizione alle liste di mobilità. In pratica:
- Le giornate lavorate non si computano nel calcolo del periodo spettante.
- La scadenza dell’indennità viene posticipata, ma comunque non può superare la durata inizialmente prevista.
Se invece si viene riassunti a tempo indeterminato e si viene licenziati entro 12 mesi (massimo due volte), si mantiene il diritto alla parte residua del trattamento.
Come presentare domanda
Per richiedere l’indennità di mobilità è necessario:
- Presentare domanda entro i termini previsti (preferibilmente entro 7 giorni dal licenziamento).
- Iscriversi alle liste di mobilità presso il Centro per l’Impiego.
- Inviare la richiesta attraverso il portale INPS, tramite CAF o patronati, o contattando direttamente l’Istituto.
Nel modulo di domanda è fondamentale indicare le coordinate bancarie per il pagamento dell’indennità.
Perché è importante informarsi bene?
Conoscere i propri diritti è fondamentale per affrontare con maggiore sicurezza una fase delicata come la perdita del lavoro. L’indennità di mobilità ordinaria, se ben compresa e gestita, può rappresentare una solida base economica e psicologica su cui costruire il proprio futuro professionale. Inoltre, accedere a questo beneficio può aprire ulteriori opportunità, come bonus per l’autoimpiego o incentivi per la riassunzione da parte di nuove aziende.
Conclusione
L’indennità di mobilità ordinaria non è solo un semplice assegno: è uno strumento di transizione, una rete di sicurezza che consente di guardare avanti, rimettersi in gioco e trovare nuove strade lavorative. Sapere come funziona, come accedervi e come conservarla è essenziale per sfruttarne al massimo le potenzialità.
Se ti trovi in un momento di difficoltà, non restare solo: informati, attivati, e usa ogni strumento a tua disposizione per tornare protagonista nel mondo del lavoro.
Avviso: Le informazioni fornite sono indicazioni generali. Per dettagli specifici o chiarimenti, si consiglia di rivolgersi agli uffici competenti o a un patronato.