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Riscatto dei contributi omessi o prescritti: come recuperare gli anni perduti per la tua pensione

Se hai lavorato e scopri che alcuni contributi non sono stati versati, non tutto è perduto. L’INPS mette a disposizione uno strumento importante per recuperare i periodi di contribuzione mancanti e ormai prescritti: la rendita vitalizia. Un’opportunità preziosa per chi vuole sanare omissioni passate e garantire una pensione più solida per il futuro.

In questa guida completa ti spieghiamo come funziona il riscatto dei contributi omessi, chi può richiederlo, quali documenti servono e come presentare la domanda. Una risorsa indispensabile per lavoratori, ex dipendenti, familiari superstiti e persino datori di lavoro.


Cos’è il riscatto per rendita vitalizia

La rendita vitalizia è un meccanismo che consente di recuperare i contributi previdenziali non versati durante i periodi di lavoro, quando ormai è trascorso il termine per il versamento regolare (ovvero sono prescritti). Si tratta quindi di un rimedio straordinario per ricostruire una carriera contributiva incompleta a causa di errori, dimenticanze o negligenze del passato.

Il riscatto avviene mediante il pagamento di un onere, calcolato secondo regole specifiche, e consente l’accredito dei contributi utili al diritto e alla misura della pensione.


A chi è rivolto il riscatto della rendita vitalizia

La possibilità di chiedere il riscatto non è limitata solo ai lavoratori. Possono farne richiesta anche:

  • Datori di lavoro che vogliono rimediare a un’omissione contributiva verso i propri dipendenti (entro 10 anni dalla prescrizione).
  • Lavoratori che intendono agire in sostituzione del datore di lavoro (anche in questo caso entro 10 anni).
  • Lavoratori in proprio, quando il termine per il datore di lavoro è scaduto (in questo caso non c’è prescrizione).
  • Superstiti del lavoratore deceduto, che possono richiedere la costituzione della rendita per i periodi non coperti da contributi.

Con il tempo, questa facoltà è stata estesa anche ad altre categorie, come:

  • Familiari coadiuvanti di artigiani e commercianti
  • Collaboratori agricoli del nucleo coltivatore
  • Lavoratori in Gestione Separata, nei casi in cui la contribuzione spettasse al committente

Quali periodi sono riscattabili?

Sono riscattabili i periodi di lavoro effettivamente svolti per i quali non risulta alcun versamento contributivo o risultano versamenti parziali. Anche una contribuzione inferiore a quella dovuta è considerata omissione.

Il riscatto può riguardare l’intero periodo lavorativo o solo una parte, e può avvenire solo se il periodo è prescrivibile e quindi non più sanabile con un semplice versamento.

Attenzione: non sono riscattabili i periodi esclusi per legge dall’obbligo assicurativo all’epoca in cui si svolse il lavoro.


Come funziona la domanda per il riscatto

La procedura prevede la presentazione di una richiesta all’INPS, corredata da tutta la documentazione necessaria a dimostrare l’effettivo svolgimento del lavoro nei periodi non coperti da contribuzione. Ecco cosa serve:

  • Documenti di data certa redatti durante il rapporto di lavoro (buste paga, lettere di assunzione/licenziamento, libretti di lavoro, libri paga e matricola)
  • Dichiarazioni testimoniali rilasciate secondo il DPR 445/2000
  • Prove delle retribuzioni percepite
  • Elementi che dimostrino durata e continuità del lavoro

La domanda può essere presentata online tramite il portale INPS, accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS.


Costi e modalità di pagamento

L’onere di riscatto è calcolato in base alle regole previste per il tipo di pensione a cui si accede:

  • Sistema retributivo, se il periodo cade in un’epoca precedente alla riforma contributiva
  • Sistema contributivo, se il periodo oggetto di riscatto è più recente
  • In alcuni casi si applica un criterio misto, valutando l’anzianità contributiva

Il calcolo è effettuato tenendo conto delle retribuzioni effettivamente percepite o dichiarate e serve a determinare la somma da pagare per “acquistare” i contributi mancanti.

Una volta accolta la domanda, l’INPS comunica l’importo da versare, le modalità di pagamento e le scadenze. Il pagamento può essere effettuato in unica soluzione o a rate.


Tempi di lavorazione

Il tempo medio per la lavorazione della pratica da parte dell’INPS è di circa 85 giorni dalla presentazione della domanda, salvo casi eccezionali o richieste particolarmente complesse.


Perché conviene riscattare i contributi omessi?

Il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione può avere grandi vantaggi:

  • Aumenta l’importo della pensione futura, grazie a un maggior numero di anni utili al calcolo
  • Permette di raggiungere i requisiti per la pensione prima
  • È un’opportunità per sanare errori passati e tutelare i propri diritti previdenziali
  • Può essere una scelta strategica per chi si trova vicino alla pensione ma ha lacune contributive

In particolare, è utile per chi ha svolto lavori irregolari, ha cambiato spesso datore di lavoro, oppure per chi ha scoperto solo in seguito che i contributi non erano stati versati.


Un esempio concreto

Immagina un lavoratore che, tra il 1995 e il 1998, ha lavorato in un’azienda che però non ha mai versato i contributi. Ora, prossimo alla pensione, scopre il buco contributivo. Grazie alla rendita vitalizia, può riscattare quegli anni, pagare l’onere dovuto e recuperare gli anni persi, evitando di dover rimandare il pensionamento.


Conclusioni

Il riscatto dei contributi omessi è uno strumento prezioso e poco conosciuto, che può fare la differenza tra una pensione povera e una pensione dignitosa. Non è mai troppo tardi per sistemare la propria posizione contributiva, ma serve informarsi bene e agire con consapevolezza.

Se sospetti che manchino dei contributi nel tuo estratto conto contributivo, o se sei un familiare superstite di un lavoratore defunto, valuta attentamente la possibilità di presentare domanda per la costituzione di rendita vitalizia.

Un piccolo investimento oggi può garantire tranquillità economica domani.

Fonte: INPS

Avviso: Le informazioni fornite sono indicazioni generali. Per dettagli specifici o chiarimenti, si consiglia di rivolgersi agli uffici competenti o a un patronato.