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Castel San Giovanni, la Solita Truffa del “Finto Maresciallo”: Nonna Derubata di 3600 Euro

Quando il telefono squilla e inizia l’incubo

Eccoci di nuovo con una di quelle storie che ti fanno bollire il sangue. Stavolta è toccato a una signora di 78 anni di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Il copione è sempre lo stesso, ma ogni volta fa la stessa rabbia.

Il telefono squilla, dall’altra parte una voce che si spaccia per un maresciallo dei carabinieri. “Signora, sua figlia ha fatto un incidente, servono soldi subito per sistemare tutto”. E giù il panico.

Il blitz fortunato dei carabinieri veri

Per fortuna stavolta i carabinieri – quelli veri – hanno fatto centro. Erano le 12:30 quando hanno incrociato un’auto sospetta nel centro del paese. Due tipi a bordo: un campano di 40 anni e uno straniero di 32.

Quando i militari gli hanno intimato l’alt, questi si sono subito messi sulla difensiva. La scusa? “Ci siamo persi, il navigatore ci ha portato qui per sbaglio”. Ma dai, pure il navigatore viene tirato in ballo adesso!

La perquisizione che ha smascherato tutto

I carabinieri non sono mica nati ieri. Hanno perquisito l’auto e bingo: oro e contanti a non finire. Roba che puzzava di truffa lontano un chilometro.

E infatti, ricostruendo la storia, è saltato fuori che poco prima una povera signora di 78 anni aveva consegnato tutto il suo oro più 3.600 euro in contanti a un presunto “dipendente del tribunale”. Sì, perché nella loro recita c’era pure questo personaggio fantasioso.

Il dolore di una nonna tradita

Quando i carabinieri sono andati a casa della vittima, l’hanno trovata “fortemente traumatizzata e in lacrime”. E come darle torto? Ti immagini cosa significa per una persona anziana sentirsi dire che la figlia ha fatto un incidente?

Il panico che deve aver provato, la paura, l’angoscia… E poi scoprire che era tutta una messinscena per derubarla. Questi delinquenti non si rendono conto del danno psicologico che fanno, oltre a quello economico.

Il riconoscimento che non lascia dubbi

In caserma la signora ha riconosciuto “senza alcun dubbio” tutti i suoi oggetti. Quell’oro probabilmente rappresentava i ricordi di una vita: magari regali di matrimonio, gioielli tramandati in famiglia, roba che non si può sostituire con i soldi.

Ha confermato di aver consegnato tutto “in buona fede e sotto pressione”. Ecco, questa frase racchiude tutto il schifo di queste truffe: sfruttano la buona fede delle persone e la pressione del momento per fregarle.

Due in galera, ma la lezione rimane

I due truffatori sono finiti dritti nelle camere di sicurezza, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Bene così. Ma quello che mi preoccupa è che per ogni coppia che prendono, chissà quante altre sono in giro a fare lo stesso schifo.

La cosa più importante è che le persone anziane parlino sempre con i parenti prima di consegnare soldi a sconosciuti. Nessun carabiniere, nessun tribunale, nessuno chiederà mai soldi al telefono per “sistemare” situazioni di emergenza.

Fonte: Carabinieri.it

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